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Privacy e tutela del consumatore – Considerazioni a margine dei “Digital Service” e “Digital Markets” Acts

La protezione dei dati personali e la tutela del consumatore sono, oggi più che mai, tematiche connesse tra di loro: animate entrambe da una comune intenzione difensiva rispetto alle asimmetrie e alle distorsioni, si confrontano con un contesto sociale ed economico profondamente mutato dalle nuove tecnologie.

La disciplina della privacy, in particolare, si è fatta carico di rispondere alle esigenze di tutela del contraente debole che la digitalizzazione delle nostre vite ha lasciato emergere e che la pandemia ha esacerbato: in questo senso, è riconosciuta oggi come uno strumento particolarmente adeguato a questa funzione, come elemento trasversale alla data economy in quanto i dati personali sono, sostanzialmente, ovunque.

La situazione e gli interventi delle Autorità

Le Autorità Garanti di numerosi Paesi si confrontano di frequente con fenomeni invasivi, quali ad esempio telemarketing e furto di identità.

Il primo è spesso stato inquadrato in un più ampio sistema aziendale di violazione sistematica della privacy dei consumatori, fatto anche di assenza di informative adeguate, la cessione senza controllo dei dati personali e il contatto reiterato e invasivo al privato.

Il secondo fenomeno, che ha avuto come sfondo la progressiva liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas, riguarda più o meno sofisticate forme di falsificazione di contratti di somministrazione, mediante l’utilizzo di dati personali dei clienti (in particolare, copia di documenti di identità) a loro insaputa.

Nonostante in diverse pronunce le autorità hanno preso posizione su questi temi in modo risoluto, la sensazione diffusa è quella del permanere di numerosi interrogativi e “vuoti” di tutela, i quali richiedono interventi più organici e trasversali all’esito di un ripensamento profondo delle normative applicabili.

L’azione della Commissione Europea

In quest’ottica le proposte della Commissione europea sul “Digital Service Act” e sul “Digital Markets Act” si muovono nella direzione dell’adeguamento delle tutele del consumatore a una realtà molto particolare come quella digitale: ciò, in primo luogo, attraverso il riconoscimento all’utente una gamma di strumenti di intervento volti a promuoverne, anche in forma proattiva, la tutela ad ampio spettro; in secondo luogo, attraverso il rafforzamento degli obblighi e, di conseguenza, la responsabilizzazione delle piattaforme digitali.

Sul piano della prevenzione, emerge inevitabilmente la necessità di una garanzia della libertà cognitiva del consumatore, intesa come il diritto di non subire il potere pervasivo di condizionamento derivante dal c.d. “microtargeting“.

Con tale espressione si intende il meccanismo volto a potenziare la capacità persuasiva della pubblicità, adattando il messaggio ai dati desunti dalla profilazione mediante algoritmo; esso è quindi teso a influenzare e orientare le scelte di consumo degli utenti, proponendo loro i prodotti o i servizi ritenuti suscettibili di gradimento secondo le stime predittive degli algoritmi digitali.

I meccanismi di tutela previsti dalle proposte di legge

La massima tutela è considerata risiedere, oggi come in passato, nel presidio dell’autodeterminazione di ciascuna persona fisica: quindi nel consenso specifico, inequivoco e informato. In una parola, nel “consenso consapevole“.

Anche per questo le Autorità insistono da tempo sull’educazione digitale quale necessario presupposto di scelte libere e consapevoli, tanto difficili quanto indispensabili al tempo della c.d. “zero-price economy“, in cui servizi – apparentemente gratuiti – sono pagati al caro prezzo dei dati personali e, di conseguenza, della libertà degli utenti ristretta da algoritmi presuntivi basati sulle scelte di consumo desiderate dagli OTT e/o dalle aziende.

Sul piano dei rimedi, un impulso importante al rafforzamento delle garanzie dei consumatori può venire dalle tutele collettive, ammesse anche nel settore privacy dal GDPR e dall’ammissibilità di azioni rappresentative avanzate da associazioni per la tutela degli interessi dei consumatori.

Le forme di tutela previste dalle nuove normative mirano, in definitiva, a supportare l’avvio della protezione collettiva del singolo, come persona e come consumatore, sulla scia di quanto fatto con il GDPR, volendo così rappresentare un efficace deterrente contro violazioni massive di dati personali.

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Photo by Ryoji Iwata on Unsplash